XII secolo (?)
Le vesti di San Bonifacio, tradizionalmente giunte a Viterbo nel 1172 dopo la conquista e distruzione di Ferento, sono composte di quattro elementi:
l’alba, la veste liturgica bianca in lino che oggi è più comunemente detta camice;
l’amitto, il rettangolo di tela di lino che copre le spalle del sacerdote, sotto il camice (nell’uso dei sacerdoti romani), o sopra (nell’uso dei sacerdoti ambrosiani e maroniti);
la stola, il segno distintivo dell’ordine ed è costituita da una striscia di stoffa che gira attorno al collo e ricade sul petto se portata dal sacerdote e dal vescovo, mentre il diacono la porta a tracolla partendo dalla spalla sinistra;
il cingolo, il cordone di cui il sacerdote si cinge i fianchi sopra il camice.
Oggi presso il Palazzo dei Papi è possibile ammirare tutte le parti delle vesti di San Bonifacio, in particolare si notino la stola, realizzata in tessuto a trama argentata e impreziosita da disegni geometrici bizantineggianti ricamati con fili di seta rossa; il cingolo in ottone argentato con legamenti in ferro.
Secondo la tradizione, gran parte del manufatto sarebbe stato realizzato nel XII secolo mantenendo le decorazioni del VI secolo. Tuttavia recentemente è stata proposta una datazione più recente posticipandolo al XIV secolo e attribuendone la creazione a maestranze italiane attive a Lucca o Venezia. L’opera è stata restaurata nel 2011.